Stout vs Porter: sfida tra birre scure
20 Ago 2024
Tra le birre scure, il dibattito tra Stout e Porter è sempre acceso. Si tratta di due stili che hanno segnato la storia della birra, accomunati da molte caratteristiche, ma anche distinti da sottili differenze. Preparati a un viaggio gustativo che ti porterà dalle fumose taverne londinesi alle fresche coste irlandesi. Chi vincerà questa sfida tra titani? Alla fine, la risposta è solo tua, ma nel frattempo, scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere.
La birra Stout
La Stout è una birra che non ha bisogno di presentazioni: intensa, corposa, e dotata di un carattere che può far innamorare al primo sorso. Ma da dove viene? La Stout, in realtà, è nata come una versione più robusta delle Porter, motivo per cui originariamente veniva chiamata “Stout Porter”. Era la birra degli uomini duri, dei lavoratori, di chi aveva bisogno di un po’ di energia in più dopo una giornata passata a spaccare pietre (o, più probabilmente, a lavorare nei cantieri edili del 18° secolo). Con il tempo, la Stout ha guadagnato una propria identità, separandosi dall’etichetta di “cugina più muscolosa” della Porter. Tra le varianti più celebri, ricordiamo la Dry Stout, la Russian Imperial Stout, e la Milk Stout, ognuna con caratteristiche ben definite, ma sempre con quel comune denominatore: un sapore che lascia il segno. Le Stout sono caratterizzate da note di caffè, cioccolato fondente, e a volte un accenno di fumo. È una birra che ti avvolge, come un abbraccio di un vecchio amico che ti ha mancato. A seconda delle varianti, potrai trovare Stout più dolci, come quelle prodotte con lattosio, oppure versioni più amare, dove il malto tostato la fa da padrone. Un esempio perfetto è la Birra Galway Bay Ostara, una Stout irlandese che combina il gusto robusto di cacao amaro e caffè tostato con un tocco sorprendente di agrumi. Questa è la birra ideale per chi vuole immergersi in un mare di sapori intensi, ma con una secchezza che chiude la bevuta in modo impeccabile. Un’altra Stout che merita di essere menzionata è la Birra Siren Broken Dream, una “breakfast Stout” che porta il concetto di “colazione dei campioni” a un altro livello. Con l’aggiunta di avena e lattosio, questa birra offre una struttura vellutata e cremosa, perfetta per accompagnare una giornata di lavoro (o una lunga notte di relax).
La birra Porter
Se la Stout è la birra dei duri, la Porter è la signora della birra, elegante e sofisticata, ma con un’anima altrettanto robusta. La storia della Porter inizia a Londra nel 18° secolo, e se la Stout era la bevanda dei lavoratori, la Porter era la preferita dai facchini (da cui deriva il nome “Porter”). Questa birra, caratterizzata da un colore bruno scuro, era amata per il suo gusto bilanciato e la sua facilità di bevuta, una qualità che la rendeva perfetta per chi doveva affrontare una giornata di lavoro fisico. Le Porter sono birre meno aggressive rispetto alle Stout, con un equilibrio tra note tostate e un carattere più fruttato e maltato. Se la Stout ti colpisce con un pugno di caffè, la Porter ti avvolge con un abbraccio di cioccolato e frutta secca. Tra le Porter che stanno facendo parlare di sé, troviamo la Birra Pohjala Must Kuld, un piccolo gioiello dall’Estonia. Con le sue intense note di cioccolato al latte, miele, e ribes nero, questa Porter ti regala un’esperienza gustativa calda e ricca, perfetta per una serata invernale davanti al caminetto. È una birra che sa essere dolce senza mai risultare stucchevole, con un finale lungo che ti lascia il tempo di apprezzare ogni sfumatura. Un’altra Porter da provare è la Birra Retorto No Smoking, prodotta in Italia con l’aggiunta di fiocchi d’avena. Questa birra ha un carattere lievemente affumicato, con una bevuta morbida e vellutata che si conclude con un delicato finale affumicato.
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